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La schiacciata, che nel livornese prende il nome di stiacciata, è un dolce di lievito dalla forma a cupola, ma basso nella struttura mentre il suo cugino prossimo, quello pisano, che gli contende l'appartenenza, è un dolce che vien generalmente cotto in una formella dai bordi alti che ne definisce la forma. Riguardo alla paternità della schiacciata il dubbio rimane esplicito, anche se il Cestoni nel 1699, in una lettera al suo amico editore Antonio Vallisneri, afferma che il venerdì santo è "uso comprare zucchero, zafferano, anaci, spezie e pepe per fare certe torte di Pasqua che a Livorno chiamano stiacciate e poi altre coserelle col nome di sportelline per li bambini...".